02/04/13

Donna perché piangi?

Gv 20, 11-18

In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna perché piangi? Chi cerchi?». Ella pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e disse in ebraico: «Rabbunì» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


«Donna - chiesero i due angeli in bianche vesti - perché piangi? Chi cerchi?».
Ben sapevate, angeli santi, perché piangeva e chi cercava; perché ricordandoglielo l'avete indotta di nuovo al pianto? Ma si avvicina la gioia di una consolazione insperata, perciò scorrano pure il pianto e il dolore in tutta la loro forza.
«Si voltò e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù». O amabile, consolante spettacolo dell'amore. E' sempre lui e desiderato, che si nasconde e si manifesta. Si nasconde per essere cercato più ardentemente, per essere trovato con gioia e trattenuto con sollecitudine, per non essere mai più abbandonato, finché non venga introdotto nella stanza del suo amore, per farne sua dimora.
«Donna perché piangi? Chi cerchi?». Possiedi colui che cerchi e lo ignori? Possiedi la vera ed eterna gioia e piangi? Possiedi dentro di te colui che cerchi al di fuori. Davvero sei accanto al sepolcro e piangi di fuori: la tua mente è il mio sepolcro. Qui io riposo, non morto, ma vivente per l'eternità. La tua mente è il mio giardino. Hai giudicato bene: io ne sono il custode. Io, che sono il secondo Adamo, lavoro e custodisco il mio paradiso: il tuo pianto, il tuo amore, il tuo desiderio, sono opera mia. Mi possiedi in te e per questo mi cerchi fuori. Ecco che allora apparirò all'esterno per ricondurti all'interno e tu possa trovare dentro te colui che cerchi fuori.

da un autore del II secolo