23/11/14

Sessantadue

Che cos'è un abbraccio se non comunicare, condividere e infondere qualcosa di sé ad un'altra persona?
Un abbraccio è esprimere la propria esistenza a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada, nella gioia che nel dolore.
Esistono molti tipi di abbracci, ma i più veri ed i più profondi sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti. A volte un abbraccio, quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt'uno, fissa quell'istante magico nell'eterno. Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso, fa vibrare l'anima e rivela ciò che ancora non si sa o si ha paura di sapere.
Ma il più delle volte un abbraccio è staccare un pezzettino di sé per donarlo all'altro affinché possa continuare il proprio cammino meno solo.

Pablo Neruda
 

06/11/14

Il filo del vestito - Madeleine Delbrêl

Nella mia comunità
Signore aiutami ad amare,
ad essere come il filo
di un vestito.
Esso tiene insieme
i vari pezzi
e nessuno lo vede se non il sarto                             
che ce l'ha messo.

Tu Signore mio sarto,
sarto della comunità,
rendimi capace di
essere nel mondo
servendo con umiltà,
perché se il filo si vede tutto è
riuscito male.
Rendimi amore in questa
tua Chiesa, perché
è l'amore che tiene
insieme i vari pezzi.

Madeleine Delbrêl

02/11/14

Cieli nuovi e terra nuova - Chiara Lubich



Anche il creato è chiamato in qualche modo alla gloria. Gesù che muore e risorge è certamente la causa vera della trasformazione del cosmo.
Ma San Paolo ci ha rivelato che noi uomini completiamo la passione di Cristo e che la creazione attende la rivelazione dei figli di Dio: Dio aspetta anche il concorso degli uomini, per operare il rinnovamento del cosmo. Si potrebbe quindi dire che in forza del pane eucaristico l’uomo diventa “eucarestia” per l’universo: con Cristo è germe di trasfigurazione dell’universo. Infatti se l’eucarestia è causa della risurrezione dell’uomo, non può essere che il corpo dell’uomo, divinizzato dall’Eucarestia, sia destinato a corrompersi sottoterra per concorrere al rinnovamento del cosmo? La terra ci mangia come noi mangiamo l’Eucarestia: non quindi per trasformare noi in terra, ma perché essa si trasformi in “cieli nuovi e terra nuova”.

E’ affascinante pensare che i corpi dei nostri cristiani hanno il compito di collaborare con Dio alla trasformazione del cosmo. E nasce nel cuore grande affetto per coloro che ci hanno preceduto. Così comprendiamo ancor meglio il culto secolare per coloro che chiamiamo morti, ma che stanno già nascendo, nel cosmo ad una nuova vita. L’eucarestia fa Dio in noi. Noi, morendo, concorriamo con Cristo alla trasformazione del cosmo.

Chiara Lubich