02/09/13

Il coraggio di arrendersi a Dio - A. De Mello

Il Dio che noi incontriamo nella preghiera richiede coraggio, perché smaschera le nostre razionalizzazioni, spezza le nostre difese, ci fa vedere noi stessi come realmente siamo, e questo può essere molto penoso. L’incontro con Dio non è sempre un’esperienza piacevole consolante. Qualcuno ha detto giustamente che l’incontro è chirurgico prima di essere lenitivo. Il Dio della Bibbia lo si incontra in un comando. Ogni volta che qualcuno lo sperimenta nella Bibbia è in connessione con (...)  qualche compito da assolvere, in genere un compito spiacevole. Osserviamo la riluttanza di gente come Geremia e Mosè ad accettare i compiti spiacevoli che Dio pone sulle loro spalle. Se vogliamo incontrare Dio dobbiamo essere pronti ad ascoltare la sua voce che ci chiama a fare qualcosa che potrebbe non piacerci: “Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Ciò non significa che dobbiamo avere paura. Le parole che udiremo non saranno solo parole esigenti. Saranno parole d’amore, parole che danno forza. Dio ci darà l’amore e la forza di cui abbiamo bisogno per essere all’altezza delle sue richieste. Ma non possiamo dissimulare il fatto che le sue richieste ci sono, che egli ci chiama a morire a noi stessi. E la morte è qualcosa che inizialmente spaventa. Dobbiamo avvicinarci a Dio senza condizioni in uno stato di resa completa. Non sto solo dicendo che dobbiamo avere la forza di dare ciò che Dio vuole da noi, povere e deboli creature quali siamo. La forza è qualcosa che viene da Dio, non da noi stessi. E’ affar suo procurarla.

Ciò che ci si aspetta da noi è l’onestà. Che non inganniamo noi stessi. Che affrontiamo la verità su noi stessi, la nostra codardia, il nostro egoismo, la nostra possessività e abbandoniamo le nostre razionalizzazioni. Il momento in cui cominciamo a pregare, noteremo voci che sorgono dentro di noi e che preferiremmo non ascoltare. Ciò che ci viene chiesto è il coraggio di ascoltare, di non chiudere i nostri orecchi, di non voltare la testa, per quanto sgradevole possa essere. 
Dio non ha inibizioni di sorta a chiederci cose sciocche e stupide. Cosa potrebbe essere più folle del fatto che la salvezza passi attraverso la croce? Cosa più ridicolo del fatto che gli apostoli debbano parlare le lingue ed esporsi all’accusa di essere ubriachi? In realtà il nostro prepotente desiderio di essere sempre razionali, equilibrati e rispettabili è uno dei maggiori ostacoli alla santità. Lo Spirito santo può essere assolutamente “irrazionale” in base agli standard del mondo. Perciò non escludiamo le cose “pazze” dalla lista delle cose che Dio potrebbe chiederci. Avviciniamoci a lui con mente e cuore aperti a tutto ciò che vuole, per quanto folle o difficile possa apparire a prima vista.

Antony De Mello

tratto da  "L'incontro con Dio. Un cammino di preghiera"