28/01/14

La nuova evangelizzazione - papa Francesco (E.G.)

 dalla «Evangelii Gaudium», esortazione apostolica, 2013


III. La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede

14. In ascolto dello Spirito, che ci aiuta a riconoscere comunitariamente i segni dei tempi, dal 7 al 28 ottobre 2012 si è celebrata la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Lì si è ricordato che la nuova evangelizzazione chiama tutti e si realizza fondamentalmente in tre ambiti.

In primo luogo, menzioniamo l'ambito della pastorale ordinaria, «animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli che regolarmente  frequentano la Comunità e che si riuniscono nel giorno del Signore per nutrirsi della sua Parola e del Pane di vita eterna» (Benedetto XVI, Omelia). Vanno inclusi in quest'ambito anche i fedelli che conservano una fede cattolica intensa e sincera, esprimendola in diversi modi, benché non partecipino frequentemente al culto. Questa pastorale si orienta alla crescita dei credenti, in modo che rispondano sempre meglio e con tutta la loro vita all'amore di Dio.

In secondo luogo, ricordiamo l'ambito delle «persone battezzate che però non vivono le esigenze del Battesimo» (ibid.) non hanno un'appartenenza cordiale alla CHiesa e non sperimentano più la consolazione della fede. La Chiesa, come madre sempre attenta, si impegna perché essi vivano una conversione che restituisca loro la gioia della fede e il desiderio di impegnarsi con il Vangelo. 

Infine, rimarchiamo che l'evangelizzazione è essenzialmente connessa con la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana. Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I crstiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma «per attrazione» (Benedetto XVI, Omelia).

15. Giovanni Paolo II ci ha invitato a riconoscere che «bisogna, tuttavia, non perdere la tensione per l'annunzio» a coloro che stanno lontani da Cristo, «perché questo è il compito primo della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 1990). L'attività missionaria «rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa» (ibid.) e «la causa missionaria deve essere la prima» (ibid.). Che cosa succederebbe se prendessimo realmente sul serio queste parole? Semplicemente riconosceremmo che l'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa. In questa linea, i Vescovi latinoamericani hanno affermato che «non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva, dentro le nostre chiese» (Documento di Aparecida, 2007) e che è necessario passare «da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria» (ibid.). Questo compito continua ad essere la fonte delle maggiori gioie per la Chiesa: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più ch per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7).

papa Francesco