30/11/12

Sii te stesso - Hermann Hesse

«Non c'è altra via che conduca al compimento e alla realizzazione di sé, se non la rappresentazione quanto più è compiuta del proprio essere. "Sii te stesso" è la legge ideale (...); non c'è altra via che conduca alla verità e allo sviluppo.
Che questo cammino sia reso impervio da innumerevoli ostacoli morali e da altri impedimenti, che il mondo preferisca vederci rassegnati e deboli anziché tenaci: da qui nasce la lotta per la vita per chiunque abbia una spiccata individualità. Perciò ciascuno deve decidere per sé solo, secondo le proprie forze e le proprie esigenze, fino a che punto sottomettersi alle convenzioni, o piuttosto sfidarle. Qualora decida di gettare al vento le convenzioni, le pretese avanzate dalla famiglia, dallo stato, dalla società, deve sapere di farlo a proprio rischio.»  

«Lei non dovrebbe chiedere: "E' giusto il mio modo di atteggiarmi nei confronti della vita?", perché a questo interrogativo non c'è risposta: ciascun atteggiamento è giusto come qualsiasi altro, ciascuno è un frammento di vita. Dovrebbe piuttosto chiedere: "Poiché sono come sono; poiché avverto esigenze e problemi che a tanti altri sembrano essere risparmiati, cosa devo fare per sopportare la vita, malgrado tutto, e farne, per quanto possibile, qualcosa di bello?".  Se lei darà davvero ascolto alla sua voce interiore la risposta sarà press'a poco questa: "Poiché dunque sei così, non dovresti invidiare gli altri per la loro diversità né disprezzarli, non devi chiederti se il tuo modo di essere sia "giusto", bensì devi accettare la tua anima e le sue esigenze così come accetti il tuo corpo, il tuo nome, la tua origine ecc. : come qualcosa di dato, di ineluttabile, a cui bisogna dire sì e rispondere anche quando vi si opponesse il mondo intero.»

«Se lei è nato per condurre una vita individuale e non dozzinale, troverà la via che conduce alla sua propria personalità e alla sua vita, per quanto difficile sia questa strada. Se lei non è destinato a questo, se le sue forze non sono sufficienti, prima o poi lei dovrà rinunciare e si adatterà alla morale, al gusto e ai costumi della gente comune. 
E' una questione di forza o, come preferisco credere, di fede: perché spesso si incontrano uomini molto forti che presto falliscono, mentre se ne trovano altri che, deboli, a dispetto di malattia e debolezza, vengono a capo della vita in modo magnifico, imponendole il proprio stampo anche nella sofferenza.»

«Il problema era trovare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto e senza fratture dentro di sé. Tutto il resto significava fermarsi a metà, era un tentativo di fuga, il ritorno all'ideale della massa, era adattamento e paura del proprio cuore. Terribile e sacra sorse davanti a me la nuova immagine mille volte intuita, forse già espressa, eppure soltanto ora vissuta. Io ero un parto della natura lanciato verso l'ignoto, forse verso qualcosa di nuovo o forse anche verso il nulla, e il mio compito consisteva unicamente nel lasciare che quel parto si evolvesse dal profondo, nel sentire dentro di me la sua volontà e nel farlo mio.
Le vere personalità hanno sulla terra una vita più difficile ma anche più bella, non godono della protezione del gregge ma delle gioie della propria fantasia e, superati gli anni giovanili, devono farsi carico di una grande responsabilità».

«Colui al quale il destino viene dal di fuori, ne è abbattuto, così come l'animale selvatico è ucciso dalla freccia. Colui al quale il destino viene dall'interno, da ciò che è profondamente suo, ne sarà rafforzato e reso dio»

Hermann Hesse 
Scritti scelti da "Il coraggio di ogni giorno"