08/08/14

In comunione con Cristo per gli altri - Matta el Meskin


 La capacità di prender parte alle sofferenze di coloro che soffrono, che sono malati o tribolati, e di condividere i loro pesi non ti viene da una semplice filantropia umana, da una compassione passeggera o dal desiderio di essere benvisto o di ricevere elogi: una tale compassione infatti sarebbe votata a diminuire ben presto, e poi a scomparire. Ma è attraverso la preghiera perseverante, pura, sincera, che puoi ricevere questi sentimenti, come un dono di Dio che ti rende capace non solo di perseverare in tale comunione con i più deboli, ma anche di progredirvi a tal punto da non trovare riposo se non nella condivisione delle loro pene e delle loro sofferenze. Il segreto di questo carisma sta nella tua comunione con Cristo, nella tua partecipazione alla sua natura e alle sue qualità divine, così che è lui ormai che suscita in te il volere e l’operare. Così la condivisione delle sofferenze degli uomini e la comunione con Cristo dipendono strettamente l’una dall’altra; cosicché portare la croce di Cristo significa già di per sé prendere parte alla croce degli uomini, senza riserve, fino in fondo.

Quando diminuisce l’intimità del tuo rapporto con Cristo nella preghiera, è il sintomo che una grave malattia ha colpito la preghiera nella sua stessa essenza.
Se operi per gli altri, se sei al loro servizio e preghi per loro, questo significa una perdita grave, un insuccesso sicuro: comincerai allora ad intiepidirti, a sentire stanchezza; solo con lo sforzo riuscirai a compiere quei doveri che prima ti erano così cari; in seguito arriverai a trascurarli e a desiderare di evitarli, e infine a rifiutarti di compierli. Perché senza Cristo è impossibile continuare a servire gli altri con un’azione feconda, sostenuta ed efficace; e Cristo, non lo raggiungi se non nella preghiera.


Matta el Meskin   “Consigli per la preghiera