«Signore dell'anima mia, tu,
quando pellegrinavi quaggiù sulla terra non disprezzasti le donne, ma anzi le
favoristi sempre con molta benevolenza e trovasti in loro tanto amore, persino
maggior fede che negli uomini. Nel mondo le onoravi. Possibile che non riusciamo
a fare qualcosa di valido per te in pubblico, che non osiamo dire apertamente
alcune verità, che piangiamo in segreto, che tu non debba esaudirci quando ti
rivolgiamo una richiesta così giusta? Io non lo credo, Signore, perché faccio
affidamento sulla tua bontà e giustizia. (So che sei un giudice giusto e non
fai come i giudici del mondo, per i quali, essendo figli di Adamo e in
definitiva tutti uomini, non esiste virtù di donna che non ritengano sospetta).
O mio Re, dovrà pur venire il giorno in cui tutti si conoscono per quel che
valgono. Non parlo per me, poiché il mondo conosce la mia miseria. Vedo però
profilarsi dei tempi in cui non c'è più ragione di sottovalutare animi virtuosi
e forti, per il solo fatto che appartengono a delle donne».
S. Teresa D'Avila