O voi che siete i miei fratelli,
tristi creature vicine e lontane
voi che sognate di raddolcire
la vostra pena in un giro di stelle,
voi che prostrati senza parole
offrite esili mani pazienti
allo stellato pallore notturno,
voi che soffrite , voi che vegliate,
misero gregge senza una meta,
battelli
senza stella e senza sorte –
stranieri eppure a me così congiunti,
voi ricambiatemi il saluto!
Hermann Hesse
Madre dolcissima, Zucchero (1989)